Anna Saccon e Federica Ongis, HR Director & HR Transformation di Bosch Rexroth Italia
Siamo una squadra “atipica”.
Con queste parole si apre una conversazione stimolante e piacevolissima con Anna Saccon e Federica Ongis, HR Director & HR Transformation di Bosch Rexroth Italia, multinazionale consociata del Gruppo Bosch.
Essere parte di un sistema molto più grande e strutturato, ci dicono subito, non significa perdere la propria identità e subire processi di standardizzazione. È assolutamente possibile coltivare una forte identità e portare avanti idee innovative e approcci pionieristici.
L’HR in Bosch Rexroth è “centro di valore”, ma non solo nelle parole, proprio nelle azioni che compiono. Talvolta agire in modo anticonvenzionale è la strada per sviluppare importanti rivoluzioni culturali.
Una prima rivoluzione è stata quella di rivisitare il comune concetto di “talento”.
Sul talento, in Rexroth hanno le idee chiare:
- Ogni persona è fondamentale per l’organizzazione.
- Il talento non è qualcosa di definito a priori secondo standard classici di età, formazione ma è più legato all’interesse delle persone e alla loro capacità di trasformarsi all’interno del proprio contesto professionale.
- Il talento va allenato in modalità custom, secondo le volontà e le attitudini di ciascuno.
Una seconda rivoluzione la fa quindi la Formazione che diventa una vera palestra di crescita disponibile per tutti e soprattutto connessa alla valorizzazione sia della persona e dei suoi interessi, sia a rafforzare le proprie competenze tecnico-specialistiche. Una formazione “dedicata” che parte da un ascolto attento di ogni singolo collaboratore e che trova risposta nella digitalizzazione dei processi di formazione. La soluzione di Bosch Rexroth consiste infatti in una piattaforma IT aziendale in cui i collaboratori hanno libero accesso e possono inserire i fabbisogni formativi in base alle soft e hard skill professionali che vorrebbero migliorare seguendo una logica buttom-up. Il tutto per poter costruire percorsi personalizzati fatti su misura.
Nasce così l’idea che il talento deve essere valorizzato a seconda di ciò che è portato a fare e al suo potenziale nascosto e l’HR ha il compito di trovare il punto di incontro tra le effettive esigenze dell’azienda, del mercato e del business.
Questa potente inversione di paradigma fa sì che le persone mettano a fuoco la loro storia e il loro potenziale a 360° e in modo da contribuire proattivamente e sinergicamente alla crescita dell’azienda.
Si crea così un felice incontro tra purpose personale e purpose aziendale creando un allineamento potente e funzionale.
L’approccio diventa estremamente dinamico, le strade non sono più linee rette ma curve e le curve non sono più fonte di paura, piuttosto movimenti di danza dove si inseguono e rafforzano competenze esistenti e si scoprono capacità mai messe a disposizione del campo professionale.
Coerenti con un approccio più trasparente e circolare, ci si può trovare ad avere persone che hanno ricoperto ruoli tecnici ad avere invece spazio per nuove responsabilità commerciali o viceversa.
L’HR diventa sempre più coach e consulente a fianco del management che, sempre di più, si avvicina e impara a conoscere i propri collaboratori a 360°.
Non dimentichiamoci che l’azienda cresce al crescere della soddisfazione e del senso di appartenenza delle sue persone. I risultati parlano da soli: negli ultimi 5 anni l’azienda ha visto una crescita del 20% in termini di fatturato accompagnata ad un incremento delle competenze; entrambe variabili che progrediscono in una dinamica virtuosa che fa crescere tutti alimentando il coinvolgimento e l’entusiasmo delle persone.